Rivista letteraria online

lunedì 29 agosto 2011

Slow man

2006, ed. Einaudi

Sbalzato in aria da una raffica di aggettivi violenti, Paul Rayment non avrà il tempo realizzare immediatamente la svolta di vita a cui essi alludono: una gamba in meno. E con la sua gamba sinistra, Paul se ne renderà presto conto, se ne vanno pure la libertà e la dignità che un sessantenne solitario era riuscito a conservare, assieme a un'importante collezione di fotografie d'epoca.
L'amputazione inizia Paul al mondo dell'assistenza e al suo gusto dolciastro di disinfettante e degradazione. E la peggior degradazione, per chi si sente ridotto a una massa di carne inerte, giunge proprio dall'ambigua allusione del gesto della cura: imbarazzante e dolce allo stesso tempo, può diventare un surrogato, anch'esso storpio, dell'amore? Paul è costretto a chiederselo quando comprende che peggio del suo “corpo nuovo” ci sono i “nuovi sentimenti” che esso racchiude, primo quello verso l'infermiera Marijana e i suoi figli.
Sarà soltanto quando il suo ideale astratto di amore e di paternità s'infrangerà contro la complessità di una famiglia in carne e ossa che Paul troverà la forza di affacciarsi alle proprie scelte passate e affrontare quelle future. Percorso in cui lo guida, ostacolandolo, colei che si pretende scrittrice della storia di Paul, inserendosi nei suoi avvenimenti. Si tratta ancora una volta di Elisabeth Costello, alterego bizzarro di Coetzee, eroina metaromanzesca la cui prosaicità non toglie nulla alla saggezza dei monologhi che scaglia ironicamente contro il protagonista.
In linea con “Aspettando i barbari”, anche in “Slow man” Coetzee sceglie di affrontare l'amore dalla strada indiretta e controversa della cura, marcando su più fronti le distanze tra il protagonista e la donna desiderata: in entrambi i romanzi si tratta di una donna straniera dal corpo massiccio e usurato, la cui vitalità sensuale e cultura esotica sembrano prendersi gioco del corpo e del sapere stantii del protagonista. E in entrambi i casi la cura, pur giungendo all'apice dell'erotismo, si depotenzia di fronte all'atto sessuale ed è incapace di condurre all'amore.
Resta soltanto la strada dell'accettazione rassegnata del proprio status o Coetzee offre un'alternativa di riscatto al suo personaggio principale? Neppure Elisabeth Costello sa dirlo.

Voto: 8

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