Peter Cameron
2002, Adelphi
Facilmente inscrivibile nella sezione piccoli capolavori d'arte narrativa, questo romanzo rientra sicuramente nella categoria dei grandi romanzi inglesi contemporanei. Di questi ultimi possiede tutte le caratteristiche: sguardo lucido e disincantato sulla realtà, schiettezza nel linguaggio e nell'opinione, capacità di riprodurre con brevi e semplici proposizioni il calore di un sorriso, la tenera malinconia presente in uno sguardo, l'odore del terreno riscaldato dal sole uruguaiano di mezzogiorno.
Ed è secondo queste modalità che ci viene narrate la storia di Omar Razaghi, vincitore di una borsa di studio dell’università del Kansas in cui sta svolgendo il suo dottorato, grazie alla quale può finalmente coronare il sogno di scrivere la biografia dello scrittore morto suicida Jules Gund. A causa di un primo rifiuto della famiglia del celebre autore, composta dal fratello, dalla moglie e dall’amante dello scrittore, nonchè madre della sua unica figlia, a concedere l’autorizzazione alla scrittura dell’autobiografia, Omar decide, costretto dalla fidanzata, di recarsi in Urugay dove gli eredi di Gund vivono da anni. È così che il suo destino si intreccia con le trame familiari, cambiando per sempre la sua vita e le sue aspirazioni.
Partendo da spunti narrativi piuttosto semplici come questi, lo scrittore riesce a costruire una trama di complessi sentimenti, descrivendo con grande nitore le vite diverse di persone che, paralizzate nella quotidianità radicata nel passato, riescono infine a ritrovare se stessi, e dare finalmente una nuova impronta alla loro esistenza. E come spesso accade, tale elemento che porta disordine nella vita fin troppo schematica della famiglia, è un estraneo che dona loro quello splendido elemento che è novità, la diversità.
Un testo senza fronzoli, diretto e sincero, che permette di far arrivare tutti i personaggi e le loro trame dritti al cuore di colui che si immergerà in tale affascinante lettura.
Voto: 8.5
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