Rivista letteraria online

mercoledì 26 ottobre 2011

David Golder

2006, ed. Adelphi

Certi uomini appartengono ad una ‘razza’ particolare, possono vivere solo per il lavoro, per gli affari e per i soldi, proprio come David Golder. In questo libro la scrittrice si propone di superare quella linea di confine che fa del denaro uno strumento proponendolo, invece, come l'unico fine di una vita intera: un uomo, ormai vecchio e stanco, deve misurarsi con i danni che anni di viaggi, vittorie crudeli e catastrofi economiche hanno lasciato non solo nel suo fisico, ma anche nella sua famiglia.
In seguito ad un attacco di cuore, il protagonista e il lettore avranno modo di riflettere sui rapporti umani, sulla loro mercificazione, sulla falsità dei sentimenti e sugli inganni che ogni singola persona è pronta a porre in essere per arricchirsi: " 'Affari' mormorò poi semplicemente, come se avesse nominato una divinità terribile..." . E se nemmeno la risata allegra di Joyce, figlia di Golder, saprà essere per il padre un valido conforto, resterà sempre e comunque il passato, il ricordo di una vita lontana, miserabile ed estremamente umana, quella tanto amata "sordidezza giudea".

Il tono del racconto è duro e secco, le immagini delineate sono impietose, grottesche, tanto contemporanee da offrirci una chiave di lettura anche per il mondo di oggi.

David Golder è un grande uomo d'affari, ma che cosa si debba intendere con questa espressione lo scroprirete solo leggendo il libro.
Voto: 7

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