Rivista letteraria online

sabato 26 novembre 2011

Dieci donne

Marcela Serrano

Feltrinelli, 2011

Dieci donne si incontrano in una casa. Nove di queste sono arrivate con un pulmino dalle rispettive abitazioni, chiamate dalla loro psicologa Natasha. Non si conoscono tra loro, hanno in comune solo il rapporto intimo e solidale con questa donna che, ogni settimana, ascolta la loro voce e le loro esperienze. Le donne si ritrovano quindi riunite un una stanza, aspettando l'arrivo della psicologa, e nell'attesa raccontano alle altre il motivo della loro terapia.

È questo il pretesto usato da Serrano per raccontare dieci storie, aventi come protagoniste delle donne, di differente età e classe sociale, con differenti esperienze di vita, alcune sposate e con figli, altre single, altre divorziate, altre ancora lesbiche. Ognuna porta con sé un bagaglio di dolori e glorie, amori perduti, violenze e insofferenze, vicende personali che le hanno segnate per tutta la loro esistenza.

Si parte da Francisca, il cui rapporto inesistente con una madre divenuta pazza la perseguita da tutta una vita, per passare a Manè, stella del teatro tramontata e rimasta sola, che non accetta di aver perso la sua immensa bellezza, e a Juana, con madre paralizzata e figlia affetta da disturbo bipolare. Per arrivare infine a Luisa, che deve affrontare la mancanza di un marito che è divenuto desaparecidos nel Cile dittatoriale di Pinochet, e a Guadalupe, che a diciassette anni si trova ad affrontare la scoperta della propria omosessualità.
Al centro di tutte queste storie differenti, cariche delle esperienze di vita più disparate, rimane la donna, l'universo femminile nelle sue più varie sfaccettature. Perché questo romanzo si presenta fin dall'inizio come un inno al femminile, alla capacità della donna di vivere fino in fondo le proprie emozioni e le proprie pulsioni, di affrontare le esperienze più dolorose con una forza e una tenacia che lei stessa non si sarebbe mai aspettata di avere, riuscendo sempre a trovare un punto di forza, una via di salvezza.

E anche quando non si parla di forza, ma delle debolezze e delle paranoie che le donne devono affrontare, soprattutto quelle legate all'avanzare della vecchiaia, l'accento viene con dolcezza posto su quello linguaggio intimo e delicato con cui la donna parla di se stessa e a se stessa, su quella capacità dell'universo femminile di arrivare nel profondo della propria e della altrui essenza.

Con questo testo Marcela Serrano rende omaggio al suo stesso genere, al carattere e alla bellezza del sesso a cui appartiene, senza nasconderne le debolezze, ma riuscendo a narrare anche queste con una dolcezza che le deriva dal suo esserne parte. È questa una narrazione della donna da parte di chi donna è, e soprattutto di chi ama il suo sesso, ne apprezza ogni singolo frammento, e vuole rivolgere tale amore anche a chi non si è ancora accorto dell'immensa portata della sua stessa essenza femminile.
Voto: 8.5

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