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venerdì 23 dicembre 2011

Il sogno del celta

Mario Vargas Llosa
Einaudi, 2011

Ultimo romanzo di Mario Vargas Llosa, racconta la biografia di Roger Casement, eroe dimenticato dell'indipendenza irlandese. La storia inizia in Congo e finisce in una prigione londinese, caratterizzando la parabola di un uomo che ha vissuto la sua gloria e la sua disfatta nel rapporto con l'Inghilterra.

Partito con aspirazioni di avventuriero e civilizzatore, viene rapidamente disilluso vedendo la realtà crudele del colonialismo belga. Dopo vari anni passati da una compagnia esplorativa all'altra, ottiene un incarico diplomatico dalla corona per redarre un resoconto sulle condizioni dell'estrazione del caucciù. Durante la spedizione entra in contatto con la drammaticità delle condizioni degli indigeni, con il trattamento disumano che ricevono e con l'omertà e rassegnazione, quando non attiva partecipazione, degli europei nella zona. Uniche eccezioni sono alcuni singoli, come l'amico Herbert Ward o lo scrittore Joseph Conrad, che condividono la sua avversione verso il colonialismo, e alcuni missionari sinceramente impegnati nella lotta (impotente) ai soprusi. Ormai scoraggiato dalla crudele realtà, Roger è convinto che il suo lavoro di denuncia si perderà tra le cautele della Realpolitik e l'indifferenza dell'opinione pubblica inglese. Previsione sbagliata: la denuncia ha un impatto dirompente, l'Inghilterra si impegna seriamente per mettere fine agli eccessi del colonialismo belga e Roger Casement diventa un uomo famoso e rispettato.

Tuttavia, nel comprendere la verità del colonialismo, Roger si rende conto dell'assurda posizione dell'Irlanda, sua patria natale ancora completamente dipendente dal parlamento inglese. Matura quindi una posizione nazionalista che verrà accentuandosi con gli anni passati nel Perù amazzonico a denunciare, in qualità di ambasciatore britannico, i soprusi di una compagnia inglese, e soprattutto con il disastro dei progetti di legge di Home Rule e l'arrivo della prima guerra mondiale.
Le convinzioni indipendentiste prendono la via delle armi, e l'imminenza del conflitto presenta un'occasione troppo ghiotta per poter essere sprecata.

Roger si illude di poter contare sulla Germania per un'alleanza strategica anti-inglese, ma quando vede l'immobilismo e il disinteresse tedeschi per la causa irlandese, decide di tornare in patria per sventare un tentativo di sollevamento da parte degli Irish Volunteers. Viene però catturato al suo arrivo e condannato a morte. Il libro inizia con la sua attesa, in un carcere londinese, della decisione del governo sulla richiesta di clemenza formulata da decine di personalità famose e influenti.

La scelta di far capire fin dal primo capitolo, a brevi cenni, tutta la trama del romanzo, dà al testo un ritmo assolutamente rassegnato ma consente di indagare con il giusto “senno di poi” una biografia eccezionale. Roger viene descritto come una persona estremamente idealista e coerente, con tutte le sue debolezze sia fisiche che morali. L'autore sceglie invece di non approfondire molti personaggi interessanti che incrociarono le loro vicende con quella di Roger (il giornalista Morel, Joseph Conrad, Herbert Ward e altri) ma si sofferma a lungo sui religiosi, preti e missionari, che accompagnano la vicenda di conversione al cattolicesimo del protagonista.
Una conversione minata fino all'ultimo dai dubbi sull'esistenza di Dio e sulla possibilità che tutto non sia altro che un tentativo di immedesimazione nella cultura irlandese, un'ennesima ricerca di antibritannicismo da parte di un uomo che, volente o nolente, riceve lavoro, fama, pensione d'invalidità e tutela istituzionale da parte della corona contro cui lotta con tutte le sue energie.
Le riflessioni sulla religione, soprattutto quelle che provengono dalla fredda cella del carcere, sono pagine di rara profondità.

Altro tema scottante e ricorrente è quello dell'omosessualità: Roger la vive con conflitto, senza riuscire mai ad accettarla come un fatto naturale e giusto, soggetto alla morale puritana con cui era cresciuto. Vivrà una vita essenzialmente senza amore, ma la sua condotta “indecente” trascritta nei suoi diari sarà la base della campagna di diffamazione inglese nei confronti di colui che aveva contribuito a fare dell'Inghilterra la paladina dei diritti umani, e di quella dell'Irlanda indipendente che fino all'ultimo decennio del secolo scorso, non accettava trai suoi paladini un uomo dalla condotta anticattolica.

Una biografia che vale la pena conoscere, scritta con grande capacità da un Vargas Llosa fresco di premio Nobel per la letteratura.

Voto: 8

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