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martedì 17 gennaio 2012

Il Capitano Alatriste

Arturo Pérez Reverte
Salani, 2001

Prezioso esemplare di cultura pop spagnola, “Il capitano Alatriste” è il primo libro di una saga destinata a un successo enorme nella penisola iberica. Ambientato all'inizio della fine delle speranze, i primi anni del re Filippo IV d'Asburgo e del diciassettesimo secolo, racconta di una Madrid orgogliosa e decadente, conscia di essere il (povero) centro del mondo e risoluta a rinascere, ora o mai più.

Il capitano Alatriste è un ex-soldato talentuoso, come tanti altri andato in malora per i girotondi della sorte, al quale restano dei buoni amici, la propria spada e un giovane aiutante e narratore della vicenda. “Non era l'uomo più onesto né il più misericordioso, pero sì era un uomo valoroso” queste le parole ammirate con cui il ragazzino inizia il racconto.
La trama è piuttosto classica, alcune beghe, sfilate di carrozze, e l'incarico di uccidere per qualche soldo due viaggiatori ignoti che finisce come non dovrebbe, scatenando un giro di vite e d'intrighi. Il libro è più che altro l'occasione per presentare i personaggi dei successivi passi della saga, tutti ben descritti e interessanti, quasi tutti realmente esistiti. E soprattutto l'immagine di una Spagna classica, sporca e coraggiosa della quale la nostalgia si spreca.
La struttura di romanzo storico è perfetta, i personaggi sono esistiti, il contesto è descritto alla perfezione, la morale del tempo traspare in ogni pagina. Per un lettore che non è spagnolo o che non ha studiato molto bene il periodo storico la maggioranza delle situazioni sono sconosciute, così come i protagonisti. Tuttavia la descrizione è abbastanza minuziosa e avvincente per rendere il clima di disordine internazionale, lo spirito cavalleresco in rovina e il folklore iberico sopravvissuto in molte taverne di Madrid (spesso per i turisti, ma qualche volta no).
Tra le varie situazioni descritte, spicca il capitolo finale con l'incontro tra il Capitano e il Conte di Olivares, vero regnante del cinquantennio di Filippo IV, descritto troppo bene per poter pensare che sia stato diverso.
Insomma, un bel libro di svago, senza pretese, in perfetto clima seicentesco tra cavalleria, inquisizione, sovrani e dame visto dalla parte di un popolo vivace e poeta.
Voto: 7,5

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